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Love is the
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LOVE IS THE NATURAL RESULT

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"Love is the natural result", dice Barry Johnson, ed è ciò che accade quando abbracciamo le polarità, trasformando tensioni in sinergie e disconnessioni in collaborazione. Ogni sistema, personale o organizzativo, trova forza nell’interconnessione e unicità, e attraverso il coaching sistemico e il Voice Dialogue possiamo scoprire insieme come creare armonia e crescita.

In questi giorni sto approfondendo la teoria di Barry Johnson sull’integrazione e sulla gestione delle polarità, per prepararmi a un imminente assessment sul tema della “complexity leadership” e “love is the natural result” è una frase che ha risuonato molto in me. La ripete Barry Johnson, indicando che l’amore è il risultato naturale che si ottiene quando la complessità delle polarità ed entrambi i poli di un paradosso o dilemma vengono abbracciati, permettendoci di vedere l’altro nella sua interezza, sia che si tratti di un individuo che di un’organizzazione.

Creare uno spazio in cui tutte le parti, le opinioni, i bisogni, le paure, le pulsioni possano emergere, essere ascoltati e integrati è il solo modo con cui possiamo costruire relazioni, sistemi e comunità sistemici, sostenibili e sani, che riflettano la bellezza di due concetti apparentemente antitetici, che sono alla base dell’universo, della natura, dei sistemi, delle società e dell’essere umano: interconnessione e unicità. Quando finalmente osserviamo una persona, un team o un’intera azienda attraverso le lenti sistemiche, ne cogliamo la complessità e le interconnessioni e questa comprensione più completa ci porta naturalmente a riconoscere il valore di ogni elemento e, infine, a una forma di totale vicinanza e accoglienza, ovvero di amore. L’universo stesso è un sistema interdipendente in continua evoluzione, in cui ogni parte è unica ma profondamente connessa al tutto e ciò non è per niente un paradosso! E questo dato di fatto si riflette e vale nelle relazioni umane, tanto quanto nei sistemi organizzativi.

Nel complesso intreccio di relazioni umane, siano esse individuali o organizzative, il concetto di interdipendenza si afferma essere una chiave di volta; e forse la frase di Johnson – oltre la saggezza che promana – mi ha colpito perché questo principio è comune al Voice Dialogue. Ancora una volta micro e macro sono in contatto, fluiscono e si riproducono l’uno nell’altro: il paradigma di interdipendenza ha profonde implicazioni nella nostra psiche, nella nostra personalità, così come in un contesto organizzativo, nella società e nel cosmo.

Per riuscire a sviluppare tale tipo di visione sistemica integrata, sono necessari ascolto attivo, empatia e una profonda comprensione delle dinamiche sistemiche sottostanti: si tratta di trovare punti di connessione che trasformino le tensioni in sinergie, e non certo di negoziare e di terminare con quelle frasi tanto ricorrenti quanto vuote e inutili come “va tutto bene” “alla fine, intendevamo la stessa cosa”. Non si tratta, difatti, di scegliere tra opposti, ma di riconoscere che entrambi i poli di una polarità sono essenziali per la comprensione e la sopravvivenza del sistema e, quindi, per il successo.

A questo proposito – e non lo dico per cercare alibi – non possiamo trascurare il condizionamento negativo derivante dalla millenaria filosofia e dai modi pensandi, operandi et vivendi occidentali, che ci inducono a vedere le polarità come conflitti e a risolvere questi ultimi con una scelta, che escluda totalmente una delle due polarità. La scelta e l’atto di scegliere hanno senso nelle decisioni, non certo nell’analisi e comprensione di un sistema e nella definizione della strategia sistemica migliore e più sostenibile. In questo ambito, la strategia della scelta ha e può avere un solo esito: il fallimento, in quanto reprime una parte essenziale del sistema e ignora la natura stessa dei sistemi.

È quindi necessario operare un salto di paradigma – inizialmente deliberato e consapevole, poi man mano più naturale e inconsapevole – per passare dalla contrapposizione alla complementarietà e le teorie in linea con l’approccio sistemico – come il Voice Dialogue da un lato e il “Complexity Management” di Barry Johnson dall’altro – ci ricordano e insegnano che ogni parte, ogni energia merita ascolto e rispetto. Anzi: soprattutto le tensioni più scomode possono offrire contributi preziosi se comprese e integrate; secondo Johnson, ogni sistema vive sempre in tensione tra polarità complementari.

Lavorare con le polarità significa trasformare conflitti in opportunità, disconnessioni in collaborazione e separazione in amore, processo che richiede coraggio, empatia e una visione ampia, ma che procura benefici profondi e duraturi. Attraverso strumenti come il Voice Dialogue e il coaching sistemico, accompagniamo individui e organizzazioni in un viaggio verso una maggiore consapevolezza e integrazione e in un mondo sempre più interdipendente e accelerato, questa prospettiva è più che mai necessaria. La sfida è grande, ma il potenziale è infinito e, quando vediamo completamente, l’amore è davvero il risultato naturale, un amore  che non è in contrapposizione con responsabilità: i due concetti si sostengono reciprocamente, confermando ulteriormente il concetto di integrazione delle polarità. Il primo rappresenta la base e l’obiettivo, l’altro è il percorso che scegliamo di intraprendere.

Pensa ora a una tensione, che ti sta creando problemi nella tua vita personale o professionale. Definisci i due poli della polarità e chiediti: 

  • Quale è il valore che questa tensione sta portando?
  • Qual è l’obiettivo e quale la paura?
  • Come posso integrare questi due elementi in modo creativo.

Contattami per avviare un percorso di coaching sistemico e Voice Dialogue.

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Gianfranco Nocilla

Master Certified Coach MCC
Team Coach ACTC
Executive & Transition Coach
Voice Dialogue Facilitator

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